Questa volta vorremmo avere a disposizione almeno un paio di semplici scalini per servircene come un pulpito e, guardando sul poderoso gruppo di tanti amici, anzi tanti colleghi fedeli, dire ad alta voce le parole necessarie, a ricordo delle innumerevoli esperienze raccolte insieme, lungo questi 25 anni passati a scambiarci i commenti e le considerazioni sulle tecniche per rimediare ai difetti del naso.
Lasciate che, insieme con tutti i Collaboratori per questa impresa, io mi dichiari soddisfatto delle ferventi iniziative avviate per l'insegnamento di una materia tanto variabile anche se basata su fondamenta costanti ed inalterabili.
Nello scorrere il numero 4 del volume 31 di Facial Plastic Times del maggio/giugno 2010, il giornale della American Academy of Facial Plastic and Reconstructive Surgery, che mi accoglie come life member, mi sono emozionato nel trovare nomi e fotografie di personaggi che hanno riempito il mondo della loro fama di chirurghi maestri della rinoplastica. Ho avuto la fortuna di conoscerne alcuni da vicino, traendone senza limiti larghe quote di esperienza e preziose messi di consigli: parlo di Anderson, di Bernstein, di Furestein, di Kridel, di Pastorek, di Simons, di Tardy, di Toriumi, di Webster…!
Dalla loro sapienza, non disgiunta da quella di Lionello Ponti, ho attinto ripetutamente e direttamente i gesti ed i simboli, ed anche le idee, per istituire un modo di procedere nella chirurgia del naso; un modo, vorrei dire, per nulla eccezionale, ma inteso a distinguersi per la scelta di passi più semplici e sicuri, messi a punto come tempi algoritmici indispensabili, da apprendere con facilità, a garanzia di un risultato soddisfacente.
Valerio Micheli-Pellegrini
Alberto Scattolin