“Scopo di questo libro non e’ quello di insegnare come si fa una rinoplastica, ma di istruire a pensarla”.
Questa frase, che Valerio Micheli Pellegrini ha posto all’ inizio della prefazione del libro “Il naso torto”, è stata il filo conduttore dei primi 25 anni del Corso, da Siena a Firenze passando per Vittorio Veneto, accolto da Italo Serafini, altro protagonista, insieme a Lionello Ponti, della nostra storia.
Anni durante i quali lo scopo primo era quello di insegnare, con semplicità, rigore e sincerità, le fasi di uno dei più affascinanti e complessi interventi chirurgici, la rinoplastica.
Fra tanti ricordi del nostro maestro, uno mi permette di stabilire un simbolico ponte tra gli anni della sua presenza ed i prossimi: la sua voce, rotta da una improvvisa emozione, fermo sulla soglia dell’aula fiorentina nel 2010, felice all’idea che in quell’aula ci fossero giovani, ai quali poter ancora trasmettere la sua conoscenza.
Certo oggi sembra essere sempre più difficile incontrare “il maestro”: noi vogliamo testimoniare e trasmettere non solo la sostanza dei suoi insegnamenti, ma anche la forma del suo modo di insegnare.
Crediamo che oggi ci sia ben poco di nuovo da dire sulla rinoplastica, eppure assistiamo al progressivo aumento degli interventi di revisione: forse dovremmo semplicemente fare bene quello che, chi ci ha preceduto, ha insegnato.
Nessuna presunzione di verità assolute, ma solo la volontà di raccogliere il testimone del suo metodo di insegnamento, che voleva prima di ogni altra cosa mettere l’allievo nelle condizioni di non commettere errori.
”Pensare la rinoplastica” significa acquisire la capacità di comprendere il paziente, capire che modificando la forma del suo naso modifichiamo il suo viso e quindi la sua possibilità di trasmettere se stesso e le sue emozioni.
Grande responsabilità, che richiede acquisizione di competenze psicologiche e tecniche, apprese con la ripetizione continua dell’insegnamento.
Ognuno poi “scriverà” l’intervento con la sua calligrafia ed ogni rinoplastica rimarrà unica ed irripetibile nelle sue mani.
La scuola del “Centro Studi Micheli Pellegrini” apre le sue porte a quanti vorranno essere allievi diligenti di onesti insegnanti, gli uni non potendo esistere senza gli altri.
“Lo scopo dunque non è soltanto di arrivare ad una veri!ca culturale ma anche quello, molto spontaneo in tutti noi, di istituire in sovrappiù un’indistruttibile base di memoria affettiva, in onore di tutti coloro che sono stati, sono e resteranno con noi“ (VMP)
Alberto Scattolin
Direttore del Corso